la storia dell’orchestra di musiciste deportate ad Auschwitz
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La pièce di teatro musicale racconta la storia dell’orchestra femminile composta da musiciste deportate che avevano il compito di accompagnare le prigioniere al lavoro, all’alba e al tramonto, accogliere ogni nuovo arrivo di convogli al campo e allietare i momenti di svago degli ufficiali SS, capaci di commuoversi all’ascolto della musica e l’indomani di mandare i prigionieri alle camere a gas. Alcuni brani di compositori amati dai gerarchi nazisti come Puccini, Mascagni, Beethoven, Brahms, Strauss ed altri si intersecheranno con la narrazione e la drammatizzazione delle protagoniste, mettendo in luce gli stati psicologici delle artiste costrette a suonare fino a 18 ore al giorno davanti ad un pubblico di prigionieri e carnefici.
Fania Fenélon (Tiziana Di Tonno), musicista francese, deportata ad Auschwitz, sapeva cantare e suonare il pianoforte; Alma Rosé (Edmea Marzoli), eccezionale violinista ebrea, nipote di Gustav Mahler, è la direttrice dell’orchestra. Il rapporto che nasce tra le due musiciste mette in luce il loro diverso modo di fare musica all’interno del campo di concentramento: per Fania suonare è un mezzo per sopravvivere e testimoniare, perché nessuno possa mai dimenticare, per Alma la musica è tutto e poco importa quali azioni metterà in atto per realizzarsi attraverso di essa.
Fania Fenélon (Tiziana Di Tonno), musicista francese, deportata ad Auschwitz, sapeva cantare e suonare il pianoforte; Alma Rosé (Edmea Marzoli), eccezionale violinista ebrea, nipote di Gustav Mahler, è la direttrice dell’orchestra. Il rapporto che nasce tra le due musiciste mette in luce il loro diverso modo di fare musica all’interno del campo di concentramento: per Fania suonare è un mezzo per sopravvivere e testimoniare, perché nessuno possa mai dimenticare, per Alma la musica è tutto e poco importa quali azioni metterà in atto per realizzarsi attraverso di essa.